11 Ottobre 2024
Per riflettere

L’occasione per mettere ordine nella nostra vita

da Vatican News

di padre Federico Lombardi

Una delle prime osservazioni che Papa Francesco fa nell’enciclica Laudato si’, guardando a “ciò che sta accadendo nella nostra casa” riguarda la “rapidizzazione”, cioè la continua accelerazione dei cambiamenti dell’umanità e del pianeta, unita all’intensificazione dei ritmi di vita e di lavoro. Osserva che questa velocità è in contrasto con i tempi naturali dell’evoluzione biologica e si domanda se gli obiettivi dei cambiamenti siano orientati al bene comune e a uno sviluppo umano, integrale e sostenibile.

Tutti noi che abbiamo raggiunto una certa età, guardando al breve arco della nostra vita abbiamo fatto molte volte la costatazione della quantità di cose che abbiamo visto cambiare completamente, e che dopo un ciclo sempre più breve di anni sono di nuovo cambiate. Per fortuna molte cose sono cambiate in meglio, come le condizioni di vita di moltissime persone povere, le possibilità di cure e operazioni chirurgiche, di spostamenti liberi, di educazione, informazione e comunicazione. Ma allo stesso tempo anche l’obsolescenza di molti beni è stata accelerata ben al di là di ciò che era necessario, solo per alimentare lo sviluppo economico e i profitti di certi settori, la pubblicità spinge ossessivamente al desiderio di novità superflue, creando una vera dipendenza che fa sembrare necessario l’ultimo ritrovato, il prodotto all’ultimo grido… Così in molti campi l’accelerazione del cambiamento rischia di diventare fine a se stessa, una schiavitù più che un progresso. Sembra chiaro che si è presa la strada di un ritmo insostenibile, che prima o dopo si romperà, come ci indicano i gravissimi rischi ambientali.

Per parte loro, molte persone attive, ben inserite nel funzionamento del mondo moderno con ruoli rilevanti, sono generalmente impegnate a ritmi di attività intensissimi, per non dire frenetici. Spesso vi partecipano sulle prime con passione e con gusto, salvo rendersi poi conto che pagano un prezzo molto pesante in termini di relazioni umane e familiari, di affetti, di equilibrio complessivo della personalità.

Ora questa corsa sempre più accelerata ha subito uno shock formidabile. Gli indici delle attività economiche sono sconvolti, le nostre agende sono state rivoluzionate, appuntamenti e viaggi cancellati. Per molte persone il tempo si è come svuotato e ne sono rimaste disorientate.
Già… il tempo… Come viverlo? A che serve alla fine? C’è il tempo dell’attività, ma c’è anche il tempo dell’attesa densa di gioia, il tempo dello stare insieme e del volersi bene, il tempo della contemplazione della bellezza, il tempo delle lunghe notti insonni, dell’attesa nella sofferenza… C’è anche la possibilità di perdere moltissimo tempo inutilmente, restando amareggiati da un senso di inutilità e di vuoto… C’è anche il tempo dello stare con sé stessi… C’è anche il tempo dello stare con Dio? Quando siamo pieni di vita quest’ultimo lo spingiamo spesso ai margini dell’esistenza, perché riusciamo a trovare innumerevoli cose da fare prima, che ci sembrano più urgenti o piacevoli, mentre lo stare davanti al Signore si può rimandare.

Per molte persone questo tempo strano del restare in casa per la pandemia è stato un tempo di riscoperta di preghiera. Ci si domanda se la ridotta possibilità di andare in chiesa inciderà negativamente sulla fede e sulla vita spirituale; ma può anche essere un tempo in cui – come diceva Gesù alla Samaritana – impariamo ad adorare il Signore in spirito e verità in ogni luogo, anche nella casa in cui siamo obbligati a restare, anche in una forzata inattività esteriore. Gesù aggiunge che lo Spirito soffia dovunque e dove vuole, ma senza escludere che anche noi possiamo offrirgli occasioni e vie per soffiare, aiutandoci a vicenda in mille modi a tener viva la presenza di Dio all’orizzonte del nostro tempo, con la testimonianza, la parola, la vicinanza nella carità.

Il tempo per il Signore può sembrare marginale nella giornata, ma in realtà è quello da cui può zampillare una sorgente di senso e di ordine per tutto il resto dello spazio della nostra vita alla luce del Vangelo. Che cosa è stato buono nelle mie giornate, in questa mia giornata? Con quale spirito ho vissuto i miei rapporti con le persone che mi sono affidate o che ho incontrato? Tutti abbiamo sentito parlare dell’ “esame di coscienza” per metterci davanti a Dio e così rimettere ordine nella nostra vita. Ma molte volte lo abbiamo dimenticato. La pandemia che ha sconvolto i ritmi delle nostre vite non è forse un’occasione inaspettata per riordinarli in modo che ritrovino il loro fine e il loro senso? Solo per noi o non anche per la nostra comunità umana?