La nostra parrocchia alla 1° Giornata Mondiale dei Bambini: le emozioni di chi ha partecipato.
di Annarita Tambella
Difficile trovare le parole per raccontare l’esperienza vissuta sabato 25 maggio allo stadio Olimpico: tante emozioni, tante meravigliose sorprese, migliaia di volti sorridenti ed entusiasmo alle stelle.Già percorrendo a piedi il tragitto fino allo stadio si respirava aria di festa, voglia di incontro, di scoperte e di condivisione.
Tutti insieme, nessuno lasciato indietro, bambini genitori e accompagnatori, un fiume di persone; probabilmente Roma non aveva mai visto tanti bambini riuniti in una sola volta, provenienti da ogni regione d’Italia e da moltissimi Paesi del mondo!
Tante bandiere colorate, tanti costumi tipici delle varie nazioni, musica, canti e danze, voglia di festa e un comune desiderio: incontrare Papa Francesco, dialogare con lui.
Non dimenticheremo mai il boato nello stadio quando il Santo Padre ha fatto il suo ingresso a bordo della papamobile!
L’emozione è stata indescrivibile!
“Siamo noi la gioia e la speranza… ” recita il bellissimo testo dell’Inno composto appositamente da Mons. Marco Frisina per questa giornata. E’ proprio così, i bambini sono, la novità, la verità, il futuro e la speranza del pianeta e il Papa affida a loro il compito di costruire un mondo più bello, dove regni la pace e l’amore.
“E come si fa?”, chiede un bambino al Papa che risponde con semplicità che la pace comincia dai “piccoli gesti possibili” di accoglienza e di amicizia che tutti possiamo compiere ogni giorno, in famiglia, a scuola, con i nonni, nel mondo dello sport.
“La pace è sempre possibile”, dice Francesco, mentre “la guerra è sempre sbagliata”, qualunque sia il motivo che la scatena.
Per ben cinque volte si è innalzato dall’Olimpico il grido “PACE”.
I bambini reclamano a gran voce il diritto di vivere liberi dalla paura della guerra e della fame, il diritto di essere felici, accolti e ascoltati, curati se ammalati, il diritto di andare a scuola e di avere tutto il necessario per crescere sereni: questo è il grande desiderio del Papa, il miracolo che vorrebbe chiedere a Dio.
Il canto di Celine, la bambina non vedente venuta da Gerusalemme ha commosso e incantato l’Olimpico.
Il Papa ha ricordato i bambini che vivono nelle zone di guerra, quelli ammalati a casa o in ospedale, quelli abbandonati e vittime di violenza: molti di questi non hanno potuto partecipare a questa giornata, alcuni hanno inviato un video di saluto. E il pontefice ha chiesto più volte di pregare per loro, perché Gesù è vicino e li sostiene.
E’ straordinaria la grande sintonia e sensibilità che il pontefice ha nei confronti dei bambini e il modo semplice ed efficace col quale dialoga con loro, a cuore aperto, con lo sguardo attento, donando parole semplici di incoraggiamento e compiendo il gesto concreto di offrire a tutti le caramelle che ha commosso tutti noi.
Ringraziamo Dio che ci ha permesso di vivere questa stupenda giornata che rimarrà nella storia e attendiamo con gioia il prossimo appuntamento del settembre 2026.