27 Aprile 2025
EsperienzeIn evidenza

Il Volto Santo di Cristo, il volto dei poveri

di Michele Mengascini

Vita e fede non sono mai distinte anzi sono concatenate.
Il 23 dicembre scorso Don Roberto ha proposto a catechisti e giovani della parrocchia un’esperienza per vivere questo tipo di legame. Al mattino visita al santuario di Manoppello e in serata servizio ai senza fissa dimora in stazione a Pescara. Volto di Cristo nella reliquia, volto di Cristo nei poveri.

Un gruppetto eterogeneo e “male assortito”, accompagnato da Don Roberto e Don Fabio, ha accolto la proposta.

Manoppello è un comune di circa 6000 abitanti nell’entroterra della provincia di Pescara.Poco fuori dal paese si trova la Basilica del Volto Santo. La reliquia, un sudario che si dice sia stato posto sul volto di Cristo nel sepolcro e che sarebbe stato portato da un viandante in questo luogo, si trova sopra l’altare della Basilica in una teca di vetro e ha la caratteristica di essere visibile sia un lato che dall’altro della teca.

                                               

I giochi di luce e le varie angolazioni da cui può essere osservato danno luogo a diverse espressioni del volto impresso nel tessuto. Il viso è paffuto, non sembra quello iconico di Gesù ma è simile ad alcune rappresentazioni tardo medioevali del Cristo.

In una stanza vicino la chiesa una piccola mostra colloca la reliquia in un discorso più ampio sia storico che di fede. Il volto santo è un velo sottile, ottenuto dalla lavorazione del bisso marino, che sembrerebbe sia stato posto sopra il lenzuolo che avvolgeva Cristo morto. Viene messo in relazione con altre reliquie della tradizione cristiana come la Sindone di Torino, il sudario di Oviedo e il Sudario di Aquisgrana.

Non si può certo  affermare la veridicità storica dell’oggetto ma è sorprendente come le varie reliquie sovrapposte portino a pensare che sia lo stesso volto quello che fu coperto da quelle stoffe: sono infatti evidenti  gli stessi segni di sofferenza e lo stesso messaggio di amore.

Interessante è anche il tipo di stoffa. Il bisso è ottenuto dalla lavorazione di alcuni filamenti di grossi molluschi presenti nel mediterraneo. Si tratta di una fibra non è colorabile perchè idrorepellente, ma è però fotosensibile, una sorta di pellicola fotografica. Quindi l’unico modo in cui il volto si sarebbe potuto imprimere nel tessuto è solo attraverso un’energia luminosa… Come non pensare all’energia della risurrezione, alla forza della vita che vince la morte, all’esplosione di luce che sposta la pietra dal sepolcro. Un mistero da accogliere con fede.

 

 

Dopo la visita alla Basilica il pomeriggio è trascorso  godendo della città di Pescara.

Alle 18:30 abbiamo partecipato alla celebrazione eucaristica presso la chiesa del Buon Pastore gestita dalle suore della congregazione della beata Eugenia Ravasco. Non a caso abbiamo celebrato in questa chiesa, perchè da qui le suore, insieme a diverse associazioni cattoliche e non di Pescara e alla Comunità Papa Giovanni XXIII sempre di Pescara, offrono un servizio di aiuto e si sostegno alle persone senza fissa dimora che orbitano intorno alla stazione ferroviaria del capoluogo abruzzese.

Il responsabile del progetto della Comunità Papa Giovanni XXIII ci ha presentato l’esperienza che coinvolge molte persone che da casa preparano il cibo e stoccano i vestiti che poi i volontari portano in stazione. Ma il cibo e il vestito sono solo uno strumento per avere un contatto. Queste persone hanno bisogno di essere riconosciute, di essere chiamate, di non essere dimenticate.

Abbiamo portato il cibo in stazione, abbiamo incontrato i clochard e la sensazione iniziale è stata quella di inadegautezza, di trovarsi a contatto con delle vite che non hanno a che fare con la tua. Poi l’aria fredda pian piano si scalda e la preghiera dà inizio all’incontro e alla distribuzione del cibo. Da subito si vede chi è di casa, chi ha già una relazione; si sentono i primi nomi, partono le prime storie. Poi viene fuori che i motivi della situazione di vita di strada sono molteplici e i casi della vita che portano a vivere in stazione non sono poi così lontani dalla nostra vita di tutti i giorni. Si accorciano le distanze, iniziamo ad ascoltare i racconti a scambiarci del calore umano, perchè in stazione è freddo e il freddo è una brutta senzazione. Anche il tempo passa più velocemente. All’inizio la lentezza della distanza, poi il tempo che non basta, tipico della situazione familiare, della spontaneità.

Il Volto Santo di Cristo, il volto di Cristo nei poveri… annullati in un’ora secoli di storia.